1766-PASSPORT”Noi-Conte-Giacomo-Isolani-Senatore ed Ambasciatore dell’Eccelso Senato di Bologna presso la Santita’ di Nostro Signore ”Clemente XIII” dato a Roma-a Donato Campanino per Bologna

1766-PASSP1766 Noi Giacomo Isolani Roma x BolognaORT”Noi-Conte-Giacomo-Isolani-Senatore ed Ambasciatore dell’Eccelso Senato di Bologna presso la Santita’ di Nostro Signore ”Clemente XIII” dato a  Roma-a Donato Campanino per Bologna

Art.Nr.1054

Isolani (famiglia)

Stemma della famiglia Isolani

Coa fam ITA isolani.jpg

Blasonatura
d’argento, al leone di nero, alla fascia di rosso attraversante

Gli Isolani furono una antica famiglia senatoria di Bologna, nonché i conti feudatari di Minerbio.

Storia della famiglia

Le prime notizie certe risalgono a Gualterio Insulanorum, residente a Bologna nel 1262 e dottore in legge. Leggenda vuole che Gualtiero fosse un figlio cadetto di Ugo II di Lusignano, re di Cipro e d’Armenia, spiegando così anche l’ origine del cognome. Ad avallare questa tesi è anche una lettera, datata 18 dicembre 1414, del re Giovanni Lusingano indirizzata al cardinale Giacomo Isolani al quale si rivolge col titolo di cugino.

Sicuramente gli Isolani furono rapidissimi ad affermarsi sullo scenario politico ed economico bolognese ricoprendo subito cariche di prestigio, già nel 1305 Isolano di Domenico fu inviato a capo delle truppe bolognesi in aiuto dei modenesi, e accumulando un cospicuo patrimonio, tanto che nel 1323 Giacomo di Domenico presta denari al comune.

Durante tutto il ‘300 furono numerose le cariche cittadine che membri della famiglia ricoprirono, ma fu merito soprattutto del cardinaleGiacomo (o Iacopo), che fu tra l’altro luogotenente del papa a Roma nel 1414, se la famiglia ottenne in feudo, con il titolo di conti, il paese di Minerbio con la sua rocca, e il giuspatronato della chiesa parrocchiale fino al 1963

Gli Isolani attraverso i secoli accumularono un poderoso patrimonio fondiario comprendente il palazzo Isolani in centro a Bologna, reso oggi ancor più godibile dalla Corte Isolani, un recente intervento di restauro e ristrutturazione che ha portato alla creazione di una galleria commerciale che si snoda attraverso i numerosi cortili del complesso. Particolarmente interessanti sono sicuramente la Rocca Isolani di Minerbio con la Villa e la colombaia, tradizionalmente attribuite al Vignola e ilPalazzo di Montevecchio, una delle residenze estive sui colle

Bibliografia

  • Pompeo Scipione Dolfi, Cronologia delle famiglie nobili di Bologna, 1670
  • Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

    Lodovico Isolani in una stampa d’epoca

    Giovanni Lodovico Isolani (Gorizia, 1586  Vienna, marzo 1640) è stato un generale italiano, a capo della cavalleria croata nella Guerra dei Trent’anni. Ha servito quattro imperatori tedeschi e ha partecipato a quattro grandi battaglie della Guerra dei Trent’anni. Le sue truppe erano note per i loro crimini contro la popolazione civile

    Le origini e l’avvio della carriera militare

    Isolani proveniva da una famiglia comitale bolognese e – come suo padre, Ettore, prima di lui – cominciò, giovanissimo a Cipro, la carriera militare a servizio dell’imperatore. Combatté dal 1600-1606 in Croazia contro i Turchi. Nel 1602 fu imprigionato, ma riuscì a fuggire e si rifugiò in Transilvania. Sulla vita di Lodovico Isolani dopo la pace di Zsitvatorok nel 1606 non è pervenuto nulla, ma probabilmente prestava servizio come soldato in Ungheria.

    Servizio sotto Wallenstein

    Nella guerra dei trent’anni, ha servito inizialmente Ferdinando II, probabilmente con il grado di capitano, e ha partecipato alla battaglia della Montagna Bianca e alla campagna militare nel Palatinato, dove probabilmente si trovava tra i conquistatori di Heidelberg, sotto il comando di Tilly. Su raccomandazione del Wallenstein l’imperatore Ferdinando II, il 22 giugno 1625, mise sotto il comando di Isolani un reggimento di cavalleria leggera forte di 600 soldati croati. La cavalleria leggera non era destinata ad essere utilizzata sulla linea di battaglia, ma doveva proteggere i fianchi alle colonne in marcia, esplorare il territorio e spiare le truppe nemiche, attaccare le linee di rifornimento del nemico e terrorizzare la popolazione delle aree protestanti. Con il suo nuovo incarico il colonnello di cavalleria Isolani riempì di soddisfazione Wallenstein. Nell’aprile del 1626, si guadagnò nella Battaglia del Ponte di Dessau la gratitudine di Wallenstein per i suoi sforzi nell’attacco sul fianco guidato dal conte Schlick. Successivamente inseguì Ernst von Mansfeld sconfitto, fino a quando non morì alla fine di novembre in Bosnia. Nell’estate del 1627 i cavalleggeri di Isolani con le truppe di Pappenheim conquistarono la città di Wolfenbüttel, nel 1628 combatterono sotto Jean de Merode in Pomerania contro le truppe danesi prima che si ritirassero di nuovo nello Jutland. Dopo la destituzione di Wallenstein nel 1630 Isolani combatté sotto il comando dei Conti Ernesto e Torquato Montecuccoli con scarso successo contro le truppe svedesi. All’inizio 1632 Lodovico è stato nominato Generale di tutti Croati da Wallenstein che gli comandò l’arruolamento di altro mercenari croati. L’anno successivo la cavalleria di Isolani riportò numerose vittorie contro Gustavo Adolfo. Nell’estate Isolani avrebbe dovuto unirsi alle truppe di Enrico Holk, per muovere guerra contro il principe elettore di Sassonia, Johann Georg I. Sulla strada per Holk Isolani, tuttavia, fu sorpreso vicino a Coburg da Bernardo di Sassonia-Weimar e sconfitto in una breve scaramuccia. Comunque i Croati devatarono il Circondario del Vogtland e la città di Meissen. Nella Battaglia di Lützen (1632) Isolani si distinse insieme alla sua cavalleria impegnando e spiando il nemico con scaramucce e avvertendo Wallenstein dell’attacco svedese, in modo che si potesse preparare facendo perdere a Gustavo Adolfo l’elemento sorpresa. Nella battaglia comandò 2.200 soldati sull’ala sinistro fino all’arrivo di Pappenheim. Quando Pappenheim fu ferito e gli Imperiali tornarono sulla difensiva, Isolani riuscì a eludere il fianco destro e attaccare la seconda linea svedese. Questa azione indebolì gli svedesi e contribuì alla indeterminatezza della battaglia. Nel 1633, lo si vide impegnato in numerose scaramucce in Sassonia e Slesia.

    Dopo la morte di Wallenstein

    Nel 1634 Isolani è a Pilsen, e dopo la sua morte ricevette i eredità da Wallenstein il feudo di Aicha-Friedstein e il titolo di Graf. Isolani portò le truppe croate in Turingia nei pressi della Salzungen e la Rhön come è testimonito nei registri della comunità parrocchiale e Tiefenort Frankenheim / Rhön. In quel tempo la peste imperversava in quella parte del paese. Successivamente combatté la battaglia di Nördlingen. Dopo la battaglia Isolani con i suoi Croati inseguì l’avversario dell’imperatore Bernardo di Sassonia-Weimar e il generale svedese Gustav Horne devastò il Württemberg che era protestante. Isolani riuscì a prendere prigioniero Horn, ma Bernardo di Weimar riuscì a fuggire. Dopo aver combattuto nella battaglia di Nördlingen, nel 1636, segue Gallas nella regione della Piccardia e in Borgogna. Nel 1637 il conte Isolani fu di nuovo attivo in Assia sotto il comando diJohann von Werth; infine,tra il 1638 e il 1639, fu di nuovo in Pomerania e nell’Alto Reno contro Bernardo di Weimar e il maresciallo Jean Baptiste de Budes Guébriant. Il Conte Giovanni Lodovico Graf von Isolani trascorse l’inverno 1639/40 a Vienna, dove morì nel marzo 1640.

    Curiosità

    IL Conte Isolani svolge un ruolo importante nel dramma storico di Friedrich Schiller I Piccolomini. Il suo nome è noto principalmente grazie ai due versi di apertura di questo dramma:

    Spät kommt Ihr – Doch Ihr kommt! Der weite Weg, Graf Isolan, entschuldigt Euer Säumen.

    Questi versi sono pronunciati dal Illo, che ha anche un ruolo reale nella storia della guerra dei Trent’anni

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