1906 Societa’ Anonima .Miniere ed Acque Arsenicali–Milano

1906 Societa’ Anonima .Miniere ed Acque Arsenicali–Milano

Art.Nr.1820

Il 6 marzo 1909, posta in liquidazione la Società nata tre anni prima, si costituì a Milano la “Società Anonima Miniere e Acque Arsenicali”, che modificò gli obiettivi aziendali della precedente, puntando anche alla realizzazione delle terme arsenicali di Stresa, dove l’acqua di Vanzone doveva giungere fino all’area termale in riva al lago, secondo i visionari progetti dell’epoca, con una tubazione di oltre 40 chilometri…
Bottiglia Vanzonis Pessina copiaDel primo decennio del secolo è anche il progetto di realizzare a Vanzone, in località Battiggio, una clinica per l’utilizzo in loco delle acque; ma il progetto è stato più volte rinnovato senza ottenere risultati. L’acqua era anche smerciata in particolari bottiglie per cure a domicilio e ricevette premi in diverse esposizioni internazionali, fra cui Milano, Parigi, Firenze, Roma e Anversa.

L’attività della Società proprietaria non fu purtroppo duratura: il conflitto mondiale portava al suo scioglimento e al decadimento della concessione. Nel 1916, come testimoniano Vinaj e Pinali (1916-1923), la costruzione di una clinica restava un progetto e le cure venivano effettuate presso l’Albergo Regina di Vanzone, dove l’acqua veniva portata inizialmente a spalla soprattutto da donne, in seguito con una teleferica in contenitori di vetro e legno, dalle miniere fino in paese. Le difficoltà insite al trasporto delle acque, fortemente aggressive per le condutture metalliche e altri elementi di carattere economico, impedirono la concretizzazione del progetto di costruzione di una vera e propria casa di cura. Negli anni successivi, nonostante alcune sporadiche iniziative volte a promuovere l’utilizzo delle acque, niente di veramente rilevante accadde, così che il De Maurizi (1931), nella sua importante “Guida dell’Ossola” lamenta il loro completo abbandono. Intanto la concessione per lo sfruttamento delle miniere e delle acque di Vanzone con San Carlo passava a varie società che si susseguivano con alterne fortune.

M-Vanzone001Nel 1961, grazie all’allora farmacista di Vanzone Pietro Fabris,  nacque la “S.p.A. Terme del Monte Rosa”, avente come fine la valorizzazione delle sorgenti delle Miniere dei Cani. Un nuovo studio idrogeologico veniva svolto da Bertolami (1962), mentre la Prof.ssa Bertoglio-Riolo dell’Istituto di Chimica Generale e Organica dell’Università di Pavia, svolgeva un’analisi chimica e il Prof. Checcacci, direttore dell’Istituto di Igiene e Microbiologia della stessa università, eseguiva uno studio igienico batteriologico. Sulla base di questi studi, dopo tre prelievi eseguiti in data 14/09/1961, 07/12/1961 e 24/05/1962, l’acqua fu classificata come “Acqua arsenicale ferruginosa batteriologicamente pura”.
E’ dello stesso anno una sperimentazione clinica curata dal Prof. P. Introzzi, direttore dell’Istituto di Clinica Medica dell’Università di Pavia e tossicologica curata dal Prof. Maria Venturi, direttore dell’Istituto di Farmacologia dell’Università di Camerino.
Per la sperimentazione clinica fu usato un trattamento per via orale con acqua arsenicale ferruginosa di Vanzone alla dose di un cucchiaino da tavola diluito in un bicchiere di acqua di fonte tre volte al dì, per la durata complessiva di 16 giorni per la cura delle anemie ipocromiche di differente gravità e agente eziologico. E’ evidente l’intento di utilizzare l’azione favorevole esercitata dal ferro e dall’arsenico sul ricambio emoglobinico e sulla crasi ematica. I risultati clinici ottenuti sono sempre stati positivi con incremento del tasso eritrocitario ed emoglobinico nonché dei valori della sideremia e della transferrinemia.
Le analisi tossicologiche furono volte a verificare i danni da arsenico potenzialmente possibili in un’acqua così ricca di tale metallo. A tale scopo il Prof. Venturi condusse uno studio su cavie. I risultati sperimentali dimostrarono che gli animali potevano tollerare l’ingestione di grandi quantità di acqua senza modificazioni del comportamento, dell’appetito né apprezzabili alterazioni istologiche epatiche. Questa esperienza ha dimostrato la grande maneggevolezza dell’acqua se utilizzata come farmaco. Nello stesso periodo anche presso il Laboratorio Sanità Pubblica di Novara furono condotte ricerche con risultati sovrapponibili.
Ottemperato a quanto richiesto dalle leggi vigenti, la “S.p.A. Terme del Monte Rosa” avanzava alle competenti autorità la richiesta della nuova concessione ministeriale delle acque di Vanzone. Purtroppo sia per motivi economici che per difficoltà tecniche di incanalamento e adduzione delle acque, non si ebbe mai un utilizzo ai fini terapeutici.

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