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Art.Nr.0989  L’età delle rivoluzioni

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Repubblica Elvetica, Atto di Mediazione e Guerra del Sonderbund.

La Repubblica Elvetica il 15 gennaio 1798, con i nuovi cantoni (dipartimenti) di Sargans, Lugano, Bellinzona, Argovia, Lemano e Turgovia che avevano soppiantato i baliaggi. La Guerra del Sonderbund (1847): in giallo i cantoni conservatori-secessionisti, in verde i liberali-unitari, in grigio i cantoni neutrali.

Sotto l’influsso dei Lumi si verificarono numerosi cambiamenti: progressi in ambito agricolo (propagati dai fisiocratici), incremento demografico (+25% dal 1700 al 1800) e diffusione del lavoro proto-industriale a domicilio fra i contadini (Verlagssystem; filatura e tessitura del cotone, assemblaggio di orologi). La diffusione di un’economia di tipo commerciale nelle campagne portò a contrasti sempre maggiori con i patriziati urbani. Scoppiarono rivolte a Ginevra (1737 e 1782), a Berna (1749), in Valle Leventina (1755, → Rivolta della Leventina) e nella campagna zurighese (1794). Nel 1798 le truppe rivoluzionarie francesi occuparono il Giura. A Basilea la popolazione (guidata da Peter Ochs) insorse contro il patriziato e rinunciò alla sovranità sui baliaggi a sud delle Alpi (che si proclamarono Liberi e Svizzeri pochi giorni dopo, respingendo un tentativo d’invasione deiCisalpini). Nel Vaud Frédéric-César de La Harpe proclamò la Repubblica del Lemano, separata da Berna. Insorsero il Vallese, l’Argovia, le campagne di Zurigo e di Sciaffusa. Berna si oppose alla Francia, ma venne sconfitta a Grauholz. La Svizzera venne trasformata in una repubblica unitaria, senza confini interni e divisa in dipartimenti (su modello francese): la Repubblica Elvetica. Venne abolita la differenza fra i cittadini delle campagne e quelli delle città e quella fra cantoni sovrani e baliaggi. Si formarono allora due schieramenti (che si sarebbero successivamente organizzati in partiti): da una parte i favorevoli allo stato egualitario e liberale, dall’altra i conservatori che chiedevano un ritorno allo stato precedente; tra il 1800 e il 1802 si susseguirono cinque colpi di stato.

Nel 1803 Napoleone, esasperato, fece ridiventare la Svizzera uno stato confederale tramite l’Atto di Mediazione, ma conservò importanti elementi della Repubblica elvetica: gli ex baliaggi (Argovia, Ticino, Turgovia e Vaud) e l’ex alleato Grigioni vennero ammessi come cantoni a pieno titolo. Crollato il sistema napoleonico a Lipsia, la Svizzera recuperò dalla Francia i vecchi territori (ad eccezione della Valtellina e di Mulhouse) che vennero ammessi come cantoni: Neuchâtel, Vallese e Ginevra. Il Congresso di Vienna riconobbe inoltre le frontiere esterne della Svizzera e quelle interne tra cantoni e impose al Paese la neutralità armata permanente per sottrarlo all’influenza francese.[20] Il movimentorestauratore si arrestò nel 1830 quando il tumultuoso sviluppo industriale impose sempre nuove modifiche al vecchio quadro legislativo (la Rigenerazione). Nel 1845 i cantoni conservatori-cattolici (i Waldstätten, Vallese, Lucerna e Friburgo), scontenti per il crescente centralismo federale, costituirono una propria lega, il Sonderbund (ted. “Lega separata”). I legami fra i secessionisti e l’Austria provocarono l’intervento dell’esercito federale (→ Guerra del Sonderbund) che trionfò a Gislikon (genereale G.H. Dufour) nel1847. Nel 1848 entrò in vigore la nuova costituzione federale che trasformava la Svizzera da una Confederazione di cantoni in uno Stato federale, moderno e liberale; ponendo le basi per un’accelerazione dello sviluppo economico.[21]

Lo Stato federale[modifica | modifica sorgente]

Il primo Consiglio federale eletto il 16 novembre 1848: (in senso orario dall’alto) J. Munzinger (Soletta), D.H. Druey (Vaud), W.H. Naeff (San Gallo), F. Frey-Herosé (Argovia), S. Franscini(Ticino), U. Ochsenbein (Berna) e, al centro, J. Furrer (Zurigo), primoPresidente della Confederazione.

Inaugurazione della linea del Gottardo nel 1882.

Le basi per lo Stato federale moderno vennero poste all’indomani della guerra del Sonderbund. La costituzione del 1848 (in seguito rivista solo nel 1874 e nel 1999) diede alla Svizzera un governo maggiormente centralizzato: competenze fino ad allora appannaggio dei cantoni vennero delegate alla Confederazione (la difesa nazionale, la moneta, le dogane e il servizio postale). Con la creazione di uno spazio economico comune (vennero unificati pesi e misure e abolite le dogane fra cantoni), lo Stato federale si fece promotore dello sviluppo economico e la Svizzera venne radicalmente trasformata dall’industrializzazione e dalle ferrovie. Il Paese seppe sfruttare alcune buone condizioni di partenza (il basso tasso di analfabetismo tra gli adulti, le conoscenze artigianali, la coesione interna e il quadro legislativo liberale) e puntò sin dall’inizio sull’esportazione di prodotti ad alto valore aggiunto (orologi, alimentari lavorati, tessuti particolari, prodotti chimici, telai meccanici e macchinari complessi).[22] Non più soddisfatti del solo diritto di voto (divenuto universale, per gli uomini, nel 1848), i cittadini si attivarono per ottenere maggiori strumenti democratici e ottennero che nella Costituzione fossero iscritti il diritto di lanciare un referendum (1874) e il diritto di lanciare un’iniziativa popolare (1891).[2

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